Filosofi a luci rosse. La filosofia guardata da un punto di vista inedito: il sesso

Non è facile trattare seriamente della materia del sesso, perché se si evita l’approccio scientifico, troppo serioso, e si adotta uno stile più divulgativo, si rischia di incappare nella censura e l’autore ritiene che quella che si richiama al buon gusto sia molto più insidiosa di quella del buon costume. L’approccio che il filosofo Pietro Emanuele adotta in questo testo si muove agevolmente tra il serio e il faceto, ma soprattutto egli intende sdoganare quella che è l’immagine idealizzata del filosofo quale pensatore collocato in una bolla al di fuori del mondo, che non può occuparsi delle beghe quotidiane, tra cui il sesso e la fecalità. La storia della filosofia ha spesso occultato alcuni dettagli biografici imbarazzanti dei filosofi, come anche quegli spunti delle loro opere che rimandassero alla sessualità, ma Emanuele mette abilmente in fila le passioni onaniste di Diogene, quelle omosessuali di Socrate, l’undinismo di Epicuro, il sadismo del Marchese, il masochismo di Rousseau fino alle percosse di Nozick. La conclusione dell’opera di Emanuele è che la sessualità, per la sua connessione con la sfera dell’amore e dell’intimità, è e deve restare intima, privata, non nascosta nel senso di occultata, ma riservata perché solo in questo modo può scoprire l’ebbrezza della trasgressione, invece se diventa pubblica, analizzata nei minimi dettagli, come in un trattato scientifico e statistico alla Kinsley, diventa irrilevante al fine dell’eccitazione, nonostante l’indubbio valore che ne potremmo ricavare sotto il profilo culturale e sociale.

P. Emanuele, Filosofi a luci rosse. La filosofia, l’universo dei punti di vista, guardata da un punto di vista inedito: il sesso, TEA, Milano 2008.

ML (28/03/2019) per Agorasofia

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