L’identità è una costruzione fittizia e inventata? Francesco Remotti, Contro l’identità

In questo testo l’antropologo Francesco Remotti si presenta con un linguaggio scorrevole, delle argomentazioni chiare e un preciso messaggio da sostenere senza mezzi termini: l‘identità è una costruzione fittizia, inventata e, per di più, mistificata, spacciata come fosse un’ipostasi, una sostanza sovrastorica e sovratemporale. Spesso la rivendicazione di un’identità forte, che assume significato nello scontro oppositivo con l’alterità, incontra nel monoteismo una fonte di legittimazione divina che l’avvolge e le conferisce quella significatività necessaria, quel senso di verità e giustizia indispensabile per attivare meccanismi di violenza nei confronti di tutto ciò che è diverso. Attraverso l’analisi delle pratiche, ritenute barbariche dalla mentalità occidentale, di cannibalismo presso i Tupinamba viene messa in luce una modalità di assimilare e comprendere l’alterità all’interno dell’identità, pratiche nei confronti delle quali assumiamo, spesso affrettatamente, un atteggiamento troppo caritatevole. Purtroppo, avverte l’antropologo Remotti, l’Occidente ha sperimentato il monoteismo e l’identità forte raggiungendo punte di parossismo della violenza. Ora, nel solco del pluralismo, i tempi sono maturi per cominciare a sperimentare il politeismo, l’ibridismo e il meticciato, chissà che i risultati non siamo migliori!

F. Remotti, Contro l’identità, Laterza, Roma-Bari 2001.

ML (08\08\2009) per Agorasofia

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