1518-1555, un protagonista, nove identità, due continenti, due imperi, tre religioni, una miriade di confessioni religiose nate in seno al protestantesimo. E poi sullo sfondo quarant’anni di dure lotte per il potere, per conquistare la supremazia in Europa. La prima e unica opera di Luther Blissett, pseudonimo o nome collettivo di un manipolo di scrittori, saggisti e musicisti coraggiosi, poi saliti alla ribalta con il nome di Wu Ming (per saperne di più www.wumingfoundation.com), mette in scena con grande maestria loschi espedienti diplomatici intrecciati alle guerre di religione insieme a grandi eventi mossi da piccoli e insignificanti pedine che lavorano nell’oscurità per consegnarci la storia dei casati, delle dinastie, dei regni. Non manca, in filigrana, la narrazione altamente didattica di note vicende storiche, magistralmente avvinghiate alla trama intricata del romanzo in cui spicca un solo personaggio, un uomo che ha vissuto sulla propria pelle le più grandi repressioni nei confronti delle eresie cristiane e non. Q – il suo nome in codice – è stato con Thomas Müntzer, con gli anabattisti di Münster, con i loisti olandesi, con gli evangelisti italiani e con i marrani. Tante battaglie e un solo obiettivo nel suo viaggio continuo nei territori dell’Europa: combattere le autorità consolidate, i soprusi, l’establishment consolidato e repressivo. Un libro con mille piani di lettura, storiograficamente interessante e profondamente deleuziano nella scrittura, nella struttura e nella forma. Il molteplice qui viene tematizzato e diventa l’orizzonte principale: un protagonista senza reale identità, uno scrittore con più identità, una macchina da guerra contro il potere e sempre una via di fuga a portata di mano per una nuova esistenza.
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Luther Blissett, Q, Einaudi, Torino 2022.
ML (13/08/2010) per Agorasofia
