Segnando frontiere in cerca d’identità: Marc Augé, Tra i confini. Città, luoghi, interazioni

Anche in questo caso, come in molte altre pubblicazioni, l’indagine di Marc Augé si concentra sull’analisi dei non-luoghi, cioè di quei luoghi spersonalizzanti, difettosi di sociabilità e solidarietà, in cui non si condensano le identità, ma ci si ammassa solo per ragioni consumistiche.

Gran parte della storia dell’urbanistica del Novecento, in realtà, è stata dominata dalla creazione di non-luoghi, anche come conseguenza del fenomeno della globalizzazione, che tende ad omologare i soggetti, ad annullare le differenze culturali e a segnare una demarcazione molto più netta tra gli attori economici in base al loro potere d’acquisto, tutti miracoli del capitalismo.

Quella che negli anni ’80 è stata rubricata come globalizzazione ha generato, in sostanza, da un lato, una forza centripeta che richiama prepotentemente i soggetti all’interno dei “centri” commerciali, i non-luoghi per eccellenza, ma dall’altro, agisce anche una forza centrifuga che spinge la popolazione ad abbandonare i centri delle città e ad ammassarsi nelle periferie, alla ricerca di luoghi identitari, come ghetti, banlieues e Gated Communities. Quest’ultimo fenomeno non è che l’apoteosi dell’esclusione sociale, la conferma più evidente del fatto che le politiche statali hanno smesso di occuparsi di inclusione e, abbandonati alle logiche neoliberiste, hanno dimenticato che le disuguaglianze stavano montando fino ad esplodere con violenza.

In questo libello snello, ma profondo, l’analisi dei non-luoghi permette di leggere l’epoca attuale sotto la categoria di surmodernità, definita attraverso tre figure che segnano un “eccesso”: di tempo, di spazio e di individualismo. E così assistiamo perlopiù inermi a processi contrastanti per cui ad alcuni è possibile varcare serenamente i confini nazionali per viaggiare e trasferire capitali, mentre ad altri ciò viene costantemente impedito mediante la costruzione di nuove frontiere presidiate da gente in armi, da esercito, polizia privata o bande criminali. Eppure questi ultimi si beano della vita libera degli altri, anelando continuamente ad una serenità che finirà per metterli in pericolo.

Ecco che Marc Augé giunge a sottolineare un aspetto fondamentale per i nostri tempi: oggi non siamo affatto alle prese con crisi di identità collettiva, per cui c’è bisogno di chiudersi e proteggersi con dispositivi securitari e stati di eccezione in preda a continui condizioni di emergenza, ma siamo di fronte ad una crisi dello spazio e ad una crisi di alterità, circostanze che consentono alle popolazioni, ancora una volta, di marcare le differenze e seminare morte con l’illusione di sentirsi al sicuro…come se la catena dell’odio non fosse alimentata dalla sete di vendetta, che prima o poi si abbatterà su tutti gli esseri umani con una violenza inaudita, l’ultima, la definitiva.

M. Augé, Tra i confini. Città, luoghi, interazioni, Mondadori, Milano 2007.

ML (11/12/2016) per Agorasofia

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