M. Horkheimer, Eclisse della ragione. Critica della ragione strumentale. Cosa provi guardando la luna?

papà la luna è la réclame di che cosa?

Che testo potente che è Eclisse della ragione! Pubblicato nel 1947, Max Horkheimer vi traccia una critica serrata, circostanziata e attualissima della ragione strumentale, sostituta narcotizzante della sbiadita ragione oggettiva, quest’ultima costretta ad abdicare al suo ruolo guida in nome di un progresso industriale imponente che bada solo all’efficacia dei mezzi, tacendo sulla razionalità dei fini.

La ragione soggettiva, strumentale, agisce in modo meccanico, computa, assembla, unisce puntini già tracciati. È stupida. Si confonde col già pensato, col già detto. Ai suoi occhi la realtà si presenta come un insieme giustapposto di strumenti da utilizzare. La capacità di affermare nuovi contenuti, di avanzare una critica, di sollevare una mano per chiedere la parola non la sfiora. Queste attività, questi esercizi di libertà, anzi, la impaccerebbero, perché la sopravvivenza e l’adattamento dipendono dalla prontezza di riflessi con cui servirsi di ciò che è già disponibile. 

In una situazione siffatta, per l’uomo ridotto ad animal laborans, schiavo di meccanismi e congegni che lo soffocano, ciò che conta è essere rapidi, pronti, sicuri di sé. La riflessione, il dubbio, il confronto pubblico e libero con gli altri rappresentano lussi che non può concedersi. Ciniche forze socioeconomiche appannaggio di ristrette élite, come cieche forze naturali ne hanno plasmato progressivamente il carattere, indirizzando le sue aspirazioni culturali e morali verso il mimetismo sociale: mero adattamento, dunque, totale identificazione con il mondo degli oggetti per amore della sopravvivenza (p. 102). Nessun anelito alla protesta collettiva, nessuna tensione critico-razionale.

Il quadro che ne emerge è desolante, fa quasi tenerezza questo tipo peculiare di uomo incatenato nella ragione strumentale, assuefatto alle parole d’ordine della produzione, perennemente agitato nel tentativo muscolare di trasformare tutte le cose a sua portata in un mezzo per garantirsi l’autoconservazione o il riconoscimento. Isolato dagli altri e perversamente convinto che tale solitudine sia il frutto necessario dell’emancipazione.

La reificazione dei sentimenti è solo il passo successivo di una ragione ormai eclissata, perché spogliata della sua potenza creativa. Di fronte ad una realtà così asfittica dovrebbe alzarsi forte la protesta di coscienze offese… e invece la luna continua ad ispirare solamente i poeti, i filosofi e gli sciocchi…

AP (31/10/2024) per Agorasofia

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