Savater, Politica per un figlio. A quali valori politici educare le nuove generazioni?

L’opera ha la pretesa di essere una sorta di Ortensio, vale a dire un invito accorato e preparatorio, per l’avvicinamento alla politica in favore di un/una giovane immaginaria/o, quale potrebbe essere un/una figlia/o, ma anche un/una allieva/o, una/uno studente/studentessa che, uscendo dall’ambiente familiare protetto, si scontra con l’altra/o e con i problemi legati alla gestione efficace dello spazio pubblico. In questo contesto civile e sociale, caratterizzato dalla pluralità, secondo Fernando Savater occuparsi di politica vuol dire parlare di potere, organizzazione della società, mutuo soccorso, sfruttamento dei deboli, uguaglianza e diritto alla differenza e per ciascuno di questi temi l’autore intrattiene piacevolmente il/la propria/o interlocutore/trice, facendo brevemente riferimento a qualche filosofo del passato e ad aneddoti della storia recente.

La vocazione libertaria di questo studioso, che ha fatto della divulgazione una missione educativa importante, emerge in maniera netta e ciò non gli impedisce di abbozzare dei tentativi pedagogici per ricucire il tessuto sociale attraverso quell’attenzione alla dimensione collettiva che, scomodando per l’occasione Aristotele, risulta essere imprescindibile. E, tuttavia, come gran parte delle opere contemporanee sulla politica, anche in questa di Savater viene dato maggior peso, in chiave retorica, all’invenzione greca della democrazia, peraltro fortemente esclusiva ed elitaria, piuttosto che a quella romana della cittadinanza estesa, massimamente inclusiva, aperta anche agli stranieri.

Sarà, forse, che questa supervalutazione e difesa ad oltranza della democrazia, come precipuo valore occidentale, sia ancora un retaggio colonialistico e imperialistico che l’Occidente non riesce a scrollarsi di dosso? Del resto, dopo aver risposto alla domanda precedente, ci si dovrebbe chiedere: quanti e quali orrori il potere ha giustificato in nome del valore della democrazia occidentale in giro per il mondo? È chiaro che gli intellettuali, i docenti, i formatori hanno un ruolo fondamentale nella costruzione dei valori politici per una società pluralistica aperta, accogliente e inclusiva, ma forse bisogna inventare nuove parole d’ordine e volgere lo sguardo anche altrove, magari lontano dall’Occidente, per scoprire modelli politici e sociali che hanno funzionato anche meglio di quelli che ancora non riescono a bandire la violenza, la guerra, la distruzione…insomma, se il lavoro educativo sulla politica fino ad oggi è stato impostato sulla difesa dei valori occidentali, con l’aria che tira, bisogna ammettere che non è stato proprio un grande lavoro!

Fernando Savater, Politica per un figlio, Laterza, Roma-Bari 2010.

ML (09/03/2025) per Agorasofia

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