È opinione piuttosto diffusa che le precondizioni politiche necessarie affinché possa esserci un dialogo interculturale, inteso grossolanamente come sottoinsieme del dialogo interreligioso, vadano rintracciate se e solo se ci si possa confrontare sul piano della democrazia, quella che, nella fattispecie, in Europa assume la forma della democrazia liberale con caratteristiche ben precise e distinte, di cui Renzo Guolo traccia il profilo.
Eppure, resta un problema di fondo, infatti molte delle caratteristiche di cui parla l’autore in relazione al contesto europeo non sono specifiche della democrazia tout court, come se la democrazia fosse un progetto ideale perfettamente realizzato solo in Europa, ma il risultato multidimensionale di un’evoluzione che il diritto, la cultura, la storia e la politica hanno avuto in ogni singolo Stato europeo e che difficilmente si può pensare di esportare altrove.
A partire da queste considerazioni preliminari, che riguardano i sistemi politici occidentali, Guolo cerca di tratteggiare i motivi politici, religiosi, sociali e culturali per cui i paesi islamici stentano a far partire istituzioni realmente democratiche. Gli ostacoli opposti dalla religione islamica allo sviluppo democratico sono reali, ma al tempo stesso ritenuti sormontabili da una schiera di intellettuali musulmani cui andrebbe dato maggior peso sociale per consentirgli di innescare una rivoluzione culturale su larga scala.
Ad ogni modo, così come l’involuzione autoritaria islamica ha risentito dei modelli totalitari europei, cui si sono largamente ispirati, non è difficile pensare che proprio l’Euroislam, cioè l’Islam nelle condizione della minoranza cognitiva del migrante, con la sua dose di relativizzazione, spaesamento e individualismo, tipici fenomeni della secolarizzazione occidentale, possa accedere ad una forma di privatizzazione e interiorizzazione della religiosità islamica in grado di operare quella necessaria separazione tra la dimensione religiosa e quella politica ed esportare questa nuova identità socio-politica senza accedere all’uso delle armi.
Chiaramente, si tratta solo di un’ipotesi, forse anche leggermente occidentalista, se si ritiene che il modello della secolarizzazione occidentale possa portare benefici all’Islam in termini di democratizzazione del potere. Del resto, il fatto che nei paesi europei, e occidentali in generale, la democrazia liberale sia riuscita effettivamente a permettere la partecipazione del popolo alla politica è ancora tutto da dimostrare, giacché tra accentramento dei poteri nelle mani del premier, repressione sistematica del dissenso, militarizzazione diffusa e adozione di sistemi elettorali maggioritari, la svolta autoritaria è oggi sempre più evidente al punto da rendere il termine democrazia un concetto sempre più vuoto e abusato.
Renzo Guolo, L’Islam è compatibile con la democrazia?, Laterza, Roma-Bari 2004.
ML (01/06/2025) per Agorasofia
