A volte le sentiamo chiaramente le offese alla dignità, alla libertà, al rispetto, al pluralismo. Ma per opportunismo preferiamo rubricare quegli oltraggi a cose piccole, futili questioni ininfluenti. Altre volte, invece, sembrano troppo più grandi di noi quelle forze rozze che sovrastano ben più nobili diritti. E le accettiamo, come fossero inevitabili scorie dell’esercizio del potere. Così, per indulgenza o fatalismo, per rassegnazione o per cinismo finiamo per raccontarci che, in fin dei conti,
non è successo niente.
quando li abbiamo visti consigliare caldamente
quando li abbiamo visti intimare perentoriamente
quando li abbiamo visti indurre surrettiziamente
quando li abbiamo visti impedire bonariamente
quando li abbiamo visti negare l’evidenza
quando li abbiamo visti intimidire con arroganza
quando li abbiamo visti imbavagliare con prepotenza
quando li abbiamo visti vietare con veemenza
ci siamo ripetuti, sottovoce oppure in mente,
“non è successo niente”.
… finché quel “niente”
non è successo a noi.
AP (18 dicembre 2025) per Agorasofia

