GLI EROI DEL VEGLIONE di Stefano Benni, 31 dicembre 1998
IN QUANTI modi, piacevoli e no, si può passare il trentun dicembre? Ecco un breve elenco di coloro che non esiterei a definire gli ardimentosi eroi del Capodanno.
Il Solitario: Il Solitario, una settimana prima della notte fatidica, viene colto dalla sindrome di San Silvestro, uno strano miscuglio di spleen, misantropia e odio per l’umanità. Dichiara agli amici che non parteciperà a questo rito noioso e sempre uguale, e che per lui Capodanno è una notte come le altre.[…] Questo stato di orgogliosa autonomia dal clima di festa, dura fino alle nove della sera fatidica. A questo punto il Solitario viene colto da pensieri tristissimi. […] Lascia il frugale pasto e il libro con cui aveva preventivato di passare la serata e parte in macchina, senza orologio, sperando di non pensarci più. […]
L’Ansioso: Per lui il problema del Capodanno nasce all’alba del due gennaio. Da quel momento, egli comincerà a organizzare la serata, massacrando amici, consultando orari, prenotando ristoranti, e comprando un arsenale di fuochi artificiali. Per stare tranquillo, si farà firmare un impegno scritto dagli organizzatori di almeno sei feste, tutte a orari diversi. La settimana prima di Capodanno, l’Ansioso viene evitato come la peste. […]
L’Esotico: Costui non può passare un Capodanno normale, ma deve organizzarne uno da raccontare agli amici. In un castello della Loira, su un catamarano in mare, in una miniera abbandonata in Sardegna. Leggendario un Capodanno su una chiatta ancorata sul Po, con disancoramento e risveglio a mezzogiorno a Spalato. Quest’anno è stato scelto il Capodanno in Cappadocia, in un monastero in cima a una roccia. Ci saranno canti di monaci, cibi tipici, e pernottamento in ceste matrimoniali sospese sul baratro. È obbligatorio un saio scuro, e possibilmente il cilicio.
Gli Innamorati: Per tutto dicembre si sono fatti un giuramento. Capodanno solo tra loro, cenetta intima, e notte erotica. Lei si esibirà in uno strip e lui cucinerà il tacchino alle noci. Lui prepara la casa con ogni cura, compra candele rosse e lenzuola di seta, e prepara una vasca da bagno con petali di rosa. Lei acquista un completino di pizzo sexy da un milione e si allena per lo strip con le musiche più eccitanti per lui: Joe Cocker e la sigla della Domenica Sportiva. Agli amici che chiedono cosa faranno a Capodanno, rispondono «chissà, non abbiamo ancora deciso», e si scambiano un sorrisino complice. […]
Gli scritti di Stefano Benni anche a distanza di anni continuano a farci compagnia perché parlano di noi. Di come eravamo e di come saremo. Così, nel ricordarlo attraverso questo suo corsivo diabolico, ci rendiamo conto di quanto poco o nulla muti l’umana natura. Tra qualche ora brinderemo facendo il conto alla rovescia, tutti insieme davanti alla Tivùl. Faremo un sospiro, torneremo bambini e ci dimenticheremo delle bombe, quelle vere, ché a pensarci ogni giorno uno, davvero, non vive più. Saluteremo il 2025 e tutto quello che è Stato. Trump, i dazi e le guerre che non finiscono. Le piazze piene di gente (finalmente). L’IA che (non) salverà il mondo. Il cielo, sempre più blue(tooth). Le leggi di bilancio sbilanciate. Le opposizioni, che non si oppongono. Il nuovo Papa eletto. Il mare color del vino della strage di natale…
Coltiveremo la speranza di rinsavire, nel 2026.
Buon anno a te che leggi, da Agorà. La filosofia in piazza
AP e ML (31 dicembre 2025) per Agorasofia
