Corso di Filosofia per militari? Socrate (non) va alla guerra

Da indomiti praticanti professionali di Filosofia per disperati liceali siamo lusingati dal fatto che persino per combattenti in armi, ufficiali decorati del nostro Esercito, sia stato pensato un avvicinamento, chissà se in modo propedeutico o del tutto estemporaneo, allo studio della Regina di tutte le scienze.

Non ci sorprende per niente, infatti, che il generale Carminuccio Masiello possa pensare che la Filosofia sviluppi un pensiero laterale, proprio mentre il suo esimio collega ammiraglio Cavo Dragon(ball), signore temibile delle sette sfere magiche, si accinge ad intraprendere il suo “Viaggio in Oriente” uguale e contrario al suo omonimo protagonista dei manga che, invece, aveva intrapreso in “Viaggio in Occidente“.

Del resto, nella sua intervista al Financial times il comandante dei comandanti chiariva candidamente come la NATO starebbe valutando un approccio più aggressivo contro la Russia, nei confronti della quale, perché no?, anche un attacco preventivo risulterebbe essere un’azione difensiva: insomma, un’apologia di una ufficiosa strategia della distensione NATO, con tanto di torsioni argomentative degne del più sofisticato tra i sofisti, Gorgiachapeau!

Così, posti di fronte a tali posizioni, ci è improvvisamente apparso assolutamente urgente e necessario che la Filosofia sia studiata anche dai militari. Anzi, aggiungiamo, ciò può effettivamente diventare un titolo di vanto per una disciplina che, come sostiene Masiello, diventerebbe utile ai soldati per esercitare l’arte della persuasione, magari nei confronti del sodato nemico, per invitarlo a disertare, se non proprio ad autoconvincersi, (perché no?), che la diserzione potrebbe anche essere una buona trovata messa in atto dal filosofico pensiero laterale per avere salva la vita e che, in linea generale (sic!), la guerra è una merda!

Certo, quei gran dottori bolognesi, signoroni di cotanta disciplina, potevano pure evitare di tirare in ballo la resistenza contro la militarizzazione delle università e rifiutare una simile offerta prestigiosa ed elitaria. Sarebbe stata una bella occasione quella di avviare un altro corso di Filosofia solo per i nostri Italici militari, magari in giro in divisa tra le aule dell’Alma Mater Studiorum, madre putativa che partorì geni come Pietro Pomponazzi e Umberto Eco.

Sicché, considerato che magari il titolo accademico non servirà a scopi professionali per uomini (non abbiamo capito se anche donne), che si accingono rovinosamente per la quarta volta nella Storia a invadere la Russia, beh abbiamo pensato noi di trasformare per l’occasione Agorà. La filosofia in Piazza in Agorà. La filosofia in-Castra(-orum) e di andare noi in caserma a insegnare la Filosofia e il pensiero laterale ai soldati.
Il programma ce l’abbiamo già:

  • Immanuel Kant: da Per La Pace perpetua (come esergo) a La Pace perpetua, definitiva, finale (come epitaffio);
  • Thomas Hobbes: Homo homini lupus, soprattutto se il cattivo è Putin;
  • Carl von Clausewitz: Della guerra, ovviamente meglio se preventiva… ops difensiva;
  • Sun Tzu: L’arte della guerra, esempio altissimo di trattato di strategia militare cinese del V secolo a. C., certo sarà difficile fare i conti con l’affermazione della superiorità intellettuale e diplomatica orientale, ma noi faremo finta di non aver mai letto le Nuove Indicazioni Nazionali del Ministero dell’Istruzione e del Merito sulla superiorità della storia occidentale;
  • Il Bellum iustum e il Tribunale della Storia – Modulo: Hegel ha fatto anche cose buone;
  • Dalla pace breve di Nietzsche alla pace finta in Palestina;
  • Anche Socrate e Cartesio hanno fatto il militare. Motivazioni spicciole per ripristinare (e in fretta) la leva obbligatoria;
  • La dicotomia amico/nemico in Carl Schmitt. Come costruire un nemico e convincerci di essere delle brave persone che si fanno gli affari loro e stanno dalla parte del Bene.

Ecco, ora che abbiamo dato la nostra disponibilità e strutturato un programma di studi ci sentiamo molto meglio. Anche solo l’idea che la Filosofia possa essere fraintesa alla stregua di un sapere sacerdotale, iniziatico, esoterico, infrequentabile a chiunque ne faccia richiesta, o peggio arroccato all’interno dell’accademia, ci aveva amareggiato. 

Del resto, è stato chiaro sin da subito l’intento strumentale con cui è sorta questa polemica. La Filosofia rimane a disposizione di tutti e tutte, poiché dietro ogni essere umano, militare o no, si cela un filosofo, anche se a volte, occorre dirlo, si fa davvero fatica a scovarlo nascosto dentro una divisa.

ML e AP (04 dicembre 2025) per Agorasofia

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